“Un’idea nata per gioco, una forma d’arte per scoprire lati della propria identità rimasti nascosti”, secondo Dario Bellotti, fondatore della scuola Art Studio Drag Queen a Torino.
Drag Queen: La Scuola Della Controversia
Choccante e diseducativa, scrive Luca Marcolivio su “Provita e Famiglia”, che incalza, affermando che è un’iniziativa diseducativa che può solo far male alla alla crescita di un bambino.
Lo scopo della scuola per drag queen è proprio quello di scoprire qualcosa di sé, di giocare con la propria espressività tra paillettes e boa di piume e una ricca collezione di circa 1500 costumi di ogni epoca che consentono di creare situazioni stimolanti.
Un’arte che non prevede generi, e ti da la possibilità di trasformarsi in quello che si vuole.
Sempre secondo Belotti, “Le persone hanno capito che essere drag queen non significa essere volgari o vendere sesso, ma semplicemente divertirsi”.
Per Luca Marcolivio invece, è una realtà assurda e choccante, soprattutto quando una bambina di 9-10 anni, ha il sogno di essere Elektra Bionic, e riscuote il pieno appoggio della mamma.
Per concludere, Luca Marcolivio in rappresentanza di Pro Vita & Famiglia, si pone un’interrogativo: Che bene può fare alla crescita di un bambino essere portato ad una scuola di drag queen?
E noi, concludiamo con un’altra domanda:
Se Pro Vita & Famiglia è una associazione ONLUS che opera in favore dei bambini, e sostiene la libertà e priorità educativa dei genitori, non è una priorità della mamma dell’aspirante Elektra Bionic educare la figlia secondo i propri valori?